Dominazione femminile: risvegliare il potere erotico, spirituale e consapevole delle donne

Hai mai sentito che dentro di te c’è un potere che aspetta solo di essere liberato?

Ogni puntata del mio podcast ha per me un sapore, un profumo, un colore. Questa puntata l’ho vista rossa, nera e bianca, triplice come la dea, profumata di legni, pelle e rose, oscura e luminosa. Per questa puntata ho intervistato una donna, dea, sorella, con cui ho approfondito il tema della dominazione femminile.
Non come maschera, non come moda, ma come potere autentico, sensuale e trasformativo. In questo articolo riprendo alcuni punti salienti della puntata speciale di Spiritualmente Concreta, il mio podcast, per esplorare, insieme ad Anna Soares, il significato profondo della dominazione femminile. Ti consiglio davvero perché l’intreccio delle nostre voci e contenuti è unico, e c’è molto di più.
Abbiamo parlato di dominazione non solo come pratica erotica, ma come atto spirituale, evolutivo e trasformativo.
Se sei pronta a scoprire un modo nuovo di incarnare l’eros, la guida e la libertà… questo è il tuo invito.

 

Hai mai sentito che dentro di te c’è un potere che aspetta solo di essere liberato? Una voce sensuale, magnetica, che non vuole imitare nessuno, ma solo ricordarti chi sei davvero? In questa puntata speciale di Spiritualmente Concreta, ti invito a esplorare insieme ad Anna Soares un tema tanto potente quanto frainteso: la dominazione femminile. Non un gioco, non una maschera, ma un viaggio verso la tua autenticità più profonda. Se sei pronta a scoprire un modo nuovo di incarnare l’eros, la guida e la libertà, resta con noi.

Dominazione femminile: un archetipo da risvegliare

Cosa significa davvero dominazione femminile? È solo un gioco erotico o può essere qualcosa di più profondo, autentico e trasformativo? In questa puntata speciale di Spiritualmente Concreta, ne abbiamo parlato con Anna Soares: kinkster, sperimentatrice, guida erotica e donna radicata in un percorso che intreccia corpo, anima, spiritualità e desiderio. Insieme abbiamo esplorato il lato più vero e meno raccontato di una pratica spesso fraintesa, ridotta a cliché o a feticcio.

“Per me, dominare è un atto spirituale prima ancora che erotico,” racconta Anna. “È il contatto con gli archetipi del femminino che mi appartengono da sempre, ma che solo grazie alla dominazione hanno trovato il loro spazio.” Il suo è un viaggio personale, iniziato dentro la sessualità e diventato poi un percorso di potere e trasformazione. Non un potere sull’altro, ma un potere con l’altro. “La dominazione è una riappropriazione di quegli spazi che il patriarcato ci ha tolto nei secoli. È passare dalla magia mentale a quella ventrale, dalla testa all’utero, dal controllo all’ascolto profondo.

Anna ed io ci siamo conosciute a un evento molto speciale:il Freedomina, un party BDSM a tema dominazione femminile. “È stato un incontro vibrante, sincrono, orchestrato da qualcosa di più grande di noi,” dice. Da quell’incontro è nata una sorellanza istintiva che in questa intervista si manifesta in ogni scambio, in ogni parola condivisa, in ogni eco di archetipi evocati.

Ma cosa accade davvero quando una donna entra nel proprio archetipo dominante?
Secondo Anna, “accade una rivoluzione interiore. Una trasformazione profonda che parte da dentro e si manifesta nel modo in cui cammini, ti muovi, ti relazioni. È un’energia che rimane anche quando finisce la scena erotica. Ti accompagna nella vita quotidiana, come una corona invisibile che porti in testa.”

Sedurre se stesse: un atto di presenza e verità

Nel cuore dell’intervista, Anna offre un suggerimento potente, accessibile a tutte: cominciare da sé stesse. “Se non riesci a sedurre te stessa, come puoi pensare di sedurre qualcun altro?” Una provocazione solo in apparenza semplice. In realtà è un invito a disimparare l’auto-giudizio, a sciogliere la vergogna, a mettersi davanti allo specchio nude, non solo nel corpo ma anche nell’anima. “Mi sono fatta l’amore con lo sguardo,” racconta, “ho imparato a desiderarmi prima ancora di essere desiderata.”

Ed io che nei miei percorsi accompagno molte donne a riscoprire il proprio piacere, ho confermato con entusiasmo: “C’è una sessione che faccio spesso e si chiama proprio così: Seduci te stessa. Musica, specchi, silenzio, presenza. Un rituale semplicissimo ma potentissimo.” Anna aggiunge anche un altro esercizio: guardare gli sconosciuti per strada come se fossero l’essere più erotico mai visto. “Non per cercare attenzione, ma per ricordarti che puoi occupare uno spazio. Che hai il diritto di essere vista.”

Una donna che domina rischia di diventare maschile, dura, aggressiva?

“Questa è una narrazione patriarcale,” risponde Anna. “Ci hanno insegnato che la dominazione appartiene al maschile, alla forza bruta, alla voce grossa. Ma la verità è che il potere femminile può essere anche muto, delicato, magnetico. Non c’è bisogno di urlare per dominare. Basta incrociare lo sguardo, accavallare una gamba, modulare la voce in un sussurro.”

La dominazione non è aggressività. È presenza. È attenzione. È accoglienza e guida. “A volte, uno schiaffo dato con intenzione e misura può toccare più profondamente di un’ora di frustate,” dice Anna. “Non è il cosa, è il come.” Una frase che racchiude l’essenza di tutto ciò che sta dicendo: è l’intenzione che trasforma il gesto, non l’intensità. È la consapevolezza che rende un’azione erotica e trasformativa.

Dominare è guidare: responsabilità e sacralità

Un altro punto fondamentale affrontato nell’intervista è la differenza tra dominazione consapevole e manipolazione.
“Chi domina non dovrebbe mai farlo per colmare le proprie insicurezze,” spiega Anna. “La dominazione non può essere un risarcimento emotivo. Deve nascere da una base etica solida, da una responsabilità interiore, da un desiderio di cura.” La dominazione è un patto, uno scambio di potere consapevole, non una forma di abuso camuffata da gioco.

Le pratiche BDSM, infatti, seguono principi di sicurezza e rispetto: il consenso deve essere chiaro, informato e sempre revocabile. “Il rischio maggiore per una persona sottomessa,” dice Anna, “non è solo fisico, ma emotivo: incontrare un manipolatore travestito da guida. Per questo è fondamentale lavorare su di sé prima di entrare in questi territori.”

Dopo ogni sessione intensa, Anna si concede il tempo della camminata. Un gesto semplice ma profondamente simbolico. “Cammino per assorbire, per integrare. È come se mi sfilassi un’altra pelle. Le persone per strada lo percepiscono. Mi guardano in un modo diverso. Perché sentono che dentro di me è accaduto qualcosa.” È una trasformazione che tocca il corpo, ma va ben oltre. È il modo in cui il potere ricevuto si sedimenta e diventa presenza, postura, aura.

Anna chiude con tre consigli pratici per chi vuole iniziare questo percorso:

  1. Conoscere se stesse – il primo passo per riconoscere cosa ci accende davvero. 
  2. Studiare – perché ogni pratica ha le sue tecniche, i suoi rischi e i suoi strumenti. 
  3. Connettersi con persone affini – perché è nella relazione che ci specchiamo, ci scopriamo, cresciamo. 

Dominare, allora, non è solo un atto erotico. È un atto politico. Spirituale. Esistenziale. È scegliere di non vivere più in funzione dello sguardo altrui, ma di incarnare il proprio potere in modo autentico, etico, sensuale. È scegliere di non riflettere la luce degli altri, ma di brillare con la propria.

Se vuoi approfondire questo approccio e portarlo nella tua vita puoi scrivermi a: scrivimi@antonellagiordanocoach.com, ti aspetto.

Da cuore a cuore,
ad maiora,
Antonella

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