Foto di Sally Jermain da Pixabay
Quante volte ho sentito donne dirmi: «Non posso andarmene, non posso permettermelo, non ho i miei soldi». Dietro a queste frasi si nasconde una realtà profonda, scomoda, spesso ignorata: una catena invisibile fatta di dipendenza economica, paura, sopravvivenza.
Una catena che costringe tante di noi a restare dove non vogliamo stare. Per questo ho scelto di dedicare una puntata, e ora anche questo articolo, a un tema che per me è sacro: l’indipendenza economica femminile.
Perché, anche se qualcuno non sarà d’accordo, senza soldi non sei davvero libera. Punto.
Nel mio podcast Spiritualmente Concreta cerco sempre di tenere insieme spiritualità e concretezza, corpo e realtà, eros e azione. Questa volta lo faccio insieme a una donna che stimo profondamente: Francesca Cuzzocrea, Soul e Business Coach per imprenditrici eretiche. Una guida, un faro, una che non ha paura di dire le cose come stanno.
Con Francesca abbiamo parlato di soldi, ma anche di archetipi, relazioni, educazione, ruoli sociali. E abbiamo fatto un viaggio profondo, che spero possa aprire qualche porta dentro di te. Perché se oggi sei qui a leggere, forse anche tu senti che è arrivato il momento di riprenderti in mano il tuo potere. Anche (e soprattutto) quello economico.
Donne e denaro: smontare i tabù, riconoscere il valore
Quando parliamo di donne e soldi, non stiamo solo parlando di numeri. Stiamo parlando di potere, di scelte, di identità. Francesca lo dice chiaramente: «La donna che non ha un’entrata propria, nella relazione, assume il ruolo della figlia. Non è più un rapporto tra pari». E io aggiungo: una donna senza accesso al denaro non è libera, è vulnerabile. Anche quando tutto sembra “normale”.
Le situazioni più comuni che emergono? Donne che non hanno un conto corrente personale. Donne che delegano completamente la gestione economica al partner, perché “non ci capiscono”. Donne che rinunciano al lavoro dopo la maternità sperando, un giorno, di tornare. Ma quel giorno spesso non arriva.
Eppure, se ci pensiamo bene, questa mancanza di potere economico ha radici antiche. Francesca ha parlato di archetipi, e ha nominato tre figure chiave: la madre (Demetra), la moglie (Era), la figlia (Persefone). Tutte ruoli che ruotano attorno all’altro. Mai centrate su sé stesse. In questi ruoli la donna è funzionale, dipendente, sempre “per qualcuno”.
Per cambiare davvero dobbiamo partire da qui. Dall’educazione. Perché le bambine non vengono educate al denaro, alla contrattazione, alla libertà. Ricevono messaggi come: “Se ti serve qualcosa chiedilo a papà”. E poi, da adulte, si trovano a non saper contrattare uno stipendio, a sentirsi in colpa a chiedere un aumento, a vergognarsi di parlare di soldi.
Ma come possiamo pretendere di essere libere, se non sappiamo nemmeno quanto valiamo?
Libera professione: una via concreta verso la libertà
E qui entra in gioco un tema che mi sta molto a cuore, e su cui Francesca ha portato uno sguardo illuminante: la libera professione. Troppe donne la vedono come un salto nel vuoto, qualcosa di complicato, da supereroine. Invece, se ben accompagnata, può diventare una delle porte più potenti verso la propria autonomia.
Francesca, da ex educatrice, conosce bene la fatica di chi lavora nel sociale con contratti precari, stipendi minimi, zero riconoscimento. Quando ha deciso di mettersi in proprio, ha raddoppiato i guadagni in un anno, lavorando la metà del tempo. Ma, mi ha detto, “la libera professione funziona solo se prima lavori su di te”. Sul tuo rapporto con il denaro. Sul tuo valore. Sulla tua capacità di chiedere.
Ed è qui che le donne fanno spesso più fatica. Perché, per anni, è stato detto loro che chiedere era brutto. Che parlare di soldi era volgare. Che non si fa.
Invece si fa. Si deve fare.
Perché il lavoro autonomo non è solo una scelta pratica, è un atto politico. Una dichiarazione di libertà. È dire: scelgo io quanto valgo. Scelgo io con chi lavorare. Scelgo io il mio tempo, la mia voce, il mio prezzo.
Un dato interessante che ci ha colpito: dal 2009 al 2023 le libere professioniste in Italia sono aumentate del 49%, mentre gli uomini solo del 6,5%. Ma, attenzione: i redditi non sono cresciuti in proporzione. Perché? Perché troppe donne ancora non sanno strutturare il loro lavoro in modo sostenibile, non si danno il permesso di guadagnare bene. E spesso, anche da freelance, si ritrovano a gestire da sole figli, casa, carichi familiari.
È tempo di cambiare questo paradigma. Di costruire business femminili sostenibili, realistici, creati su misura per noi. Business in cui il guadagno non sia un tabù ma una conquista.
Cosa possiamo fare da subito?
Questa puntata, e questo articolo, non sono solo una riflessione. Sono un invito. A guardare in faccia la realtà, senza vergogna, senza veli. Una donna che non ha accesso al proprio denaro è una donna vulnerabile. E tutte noi meritiamo di essere libere, forti, indipendenti. Di poter scegliere. Di poter dire “no” quando vogliamo. E “sì” quando sentiamo che è giusto per noi.
Con Francesca abbiamo creato un percorso di gruppo che si chiama Sesso, soldi e potere: da puttana a donna libera. Un titolo provocatorio? Forse. Ma anche liberatorio. Perché è ora di smetterla di vergognarci del nostro potere. È ora di imparare tutto ciò che non ci è mai stato insegnato: a gestire il denaro, a vivere il piacere, a occupare il nostro spazio.
Se senti che è il tuo momento sappi che la prima edizione è già stata fatta ed è stato un successo e ti aspettiamo a fine settembre con la seconda edizione ancora più scoppiettante. Puoi scrivermi qui: scrivimi@antonellagiordanocoach.com
Ricorda: non sei sbagliata. Sei potente. Solo che forse, ancora, non ti sei data il permesso di esserlo davvero.
Da cuore a cuore,
ad maiora,
Antonella